Arte sempre più social. Lo studio dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali
Musei sempre più attenti a mantenere un rapporto duraturo con il pubblico attraverso comunicazione e servizi. Aumenta il numero di account su tutti i maggiori canali social, in particolare su Instagram, ma ancora tanti ritardi nella trasformazione digitale ROMA - Dai dati provenienti dalla ricerca effettuata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, sulla presenza online di circa 500 musei italiani si può notare una leggera crescita del numero di istituzioni culturali con un sito web proprietario (43% rispetto al 42% dello scorso anno) e passi avanti si registrano anche sul fronte dei servizi che mettono a disposizione: la biglietteria online è presente nel 23% di questi (+3 punti percentuali rispetto allo scorso anno), il 67% ha in homepage icone per l'accesso facilitato alle pagine social dell'istituzione (+4 punti) e il 55% consente l'accesso alla collezione virtuale (+3 punti). A crescere con tasso più sostenuto è invece la presenza sui canali non proprietari: il 75% dei musei è presente su Tripadvisor (+20% rispetto a fine 2016) ed è in aumento il numero di account ufficiali dei musei su tutti i maggiori canali social, in particolare su Instagram (la copertura è passata dal 15% all'attuale 23%). In aumento anche l’utilizzo di altri social come Facebook e Twitter. Si registra dunque un calo di musei senza un account social. Eleonora Lorenzini, direttore dell'Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, spiega: "Quello delle istituzioni culturali è un settore che si conferma in costante movimento, ma che senza dubbio sconta ancora un ritardo nella trasformazione digitale. Una situazione piuttosto comune anche al resto del Paese, non solo in ambito pubblico, ma anche nelle organizzazioni private. Proprio per sostenere l'azione di cambiamento e innovazione che tante organizzazioni vorrebbero avviare, - ha detto ancora Lorenzin - ma su cui scontano ancora una forte mancanza di risorse (economiche e manageriali), l'Osservatorio, oltre al consueto lavoro di analisi, ha avviato un percorso di co-progettazione, insieme a oltre 50 tra istituzioni culturali e aziende del settore, che ha avuto come esito la produzione e l'utilizzo di una roadmap, volta a fornire strumenti in grado di sostenerne il processo di pianificazione e gestione dell'innovazione e l'adozione consapevole e ragionata degli strumenti digitali’’. C’è dunque ancora molto da fare. Secondo i dati dell’ultimo censimento Istat sui musei, si rileva infatti come, tra i quasi cinquemila presenti in Italia, appena il 30% dei musei offra almeno un servizio digitale in loco (comprendendo tra questi app, QR code, wifi, ma anche le più tradizionali audioguide) e almeno uno online (sito web, account social, biglietteria online), ma la percentuale si riduce all'11% se consideriamo i musei che ne offrono almeno due. Se per alcuni musei questo può essere il frutto di una precisa scelta strategica, in tanti casi si tratta di un problema di risorse, talvolta economiche, talvolta di consapevolezza rispetto a costi e benefici derivanti dall'innovazione digitale. Da qui dunque la necessità di stendere una roadmap condivisa delle istituzioni afferenti alla Community dell'Osservatorio, di formalizzare la strategia e in particolare la strategia digitale dell'istituzione. ...